La giornata della Disabilità apre a nuovi orizzonti di realizzazione
In occasione dell’ultima giornata della disabilità, che si celebra il 3 dicembre di ogni anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato le associazioni che hanno a che fare quotidianamente con la disabilità. Durante l’intervento ha sottolineato che: “Il nostro Paese ha nei nostri concittadini con disabilità un giacimento di energie, risorse e contributi di cui si priva perché non li mette in condizione di potersi esprimere”.
Commentando i dati forniti dall’Istat ha proseguito asserendo che “il vero problema non è l’assistenza, ma consentire a queste persone una realizzazione”.
L’assenza di espressione verbale riguarda in prima persona tutti coloro che sono parte della nostra Fondazione. Comprendere, comunicare e trasmettere un messaggio o un’emozione costituiscono il fondamento dell’interazione umana.
Interagire. Già, ma come potremmo farlo se improvvisamente ci trovassimo privi della facoltà di parlare? In che modo potrebbe cambiare la nostra vita? Ed è proprio quello che abbiamo fatto: abbiamo immaginato di essere distanti e irraggiungibili. Incomprensibili e quindi incompresi. Sapevamo già che non c’è un unico modo di vedere le cose, come come non esiste un solo mezzo per comunicare.
In quel momento abbiamo capito che per comunicare ed interagire con chi non riesce ad esprimersi a parole, avremmo dovuto imparare un nuovo linguaggio.
Abbiamo fatto la conoscenza della CAA e dato inizio ad un percorso che oggi, a distanza di oltre dieci anni, ci ha portato ad essere un punto di riferimento sul territorio per aiutare bambini e ragazzi con bisogni comunicativi complessi. Soprattutto aiutare le loro famiglie a comprenderli e farsi comprendere.
Così da consentire loro “la realizzazione” di questo “capitale inespresso” e aiutarli a trovare un loro posto nel mondo.
Abbiamo fatto la conoscenza della CAA e dato inizio ad un percorso che oggi, a distanza di oltre dieci anni, ci ha portato ad essere un punto di riferimento sul territorio per aiutare bambini e ragazzi con bisogni comunicativi complessi. Soprattutto aiutare le loro famiglie a comprenderli e farsi comprendere.
Così da consentire loro “la realizzazione” di questo “capitale inespresso” e aiutarli a trovare un loro posto nel mondo.